Immobili provenienti da donazione: venderli sarà più facile. Scopri il perché…

Agli inizi di dicembre è stato approvato alla Camera un emendamento che modifica parzialmente la disciplina civilistica della donazione e rende più facile vendere la casa donata. Ecco le novità.

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In un nostro articolo ci siamo occupati delle verifiche preliminari che precedono l’acquisto di un immobile e abbiamo sottolineato quanto sia importante accertare il proprietario.

Verificare che il bene sia di piena proprietà del venditore è possibile tramite l’atto di provenienza, ovvero l’atto con cui il venditore è diventato proprietario dell’immobile.

Se il venditore risulta effettivamente l’unico proprietario, bene; in caso contrario tra le situazioni problematiche in cui potrebbe imbattersi l’acquirente abbiamo elencato anche la possibilità che il bene sia giunto nelle mani del proprietario attraverso donazione.

Infatti attualmente in questo caso il rischio è quello che gli eredi legittimari (ai quali spetta una quota) impugnino la donazione e chiedano la restituzione della casa. Così il terzo acquirente si trova costretto a cedere l’immobile anche se totalmente estraneo alle diatribe familiari del venditore.

L’acquirente può stare tranquillo solo a patto che siano già trascorsi 20 anni dalla trascrizione dell’atto di donazione senza opposizioni, oppure se il donante è deceduto da almeno 10 anni.

Ovviamente il pericolo di dover restituire l’immobile ai soggetti danneggiati dalla donazione anche ad anni di distanza scoraggia chi ha intenzione di acquistare e mette in difficoltà chi vuole vendere un immobile che gli è stato donato.

Ma qualcosa sta cambiando…

Un emendamento approvato il 4 dicembre dalla V Commissione della Camera dei Deputati e contenuto nel disegno di Legge di Bilancio per il 2019 ha lo scopo di semplificare la vendita delle case donate e aumentare le garanzie per chi le acquista.

L’emendamento va a modificare l’art. 563 del Codice Civile e prevede che in futuro chi acquista una casa donata non corre il rischio di doverla restituire se i familiari del venditore fanno valere una lesione della quota legittima e pretendono di avere indietro l’immobile per compensare il danno patrimoniale subìto.

Dunque i terzi compratori non rischiano più di dover restituire il bene, perché i diritti di chi acquista la casa non potranno essere pregiudicati dall’azione di rivendicazione dei familiari.

Ne consegue che vendere l’immobile donato non sarà più difficile come in passato.

Tuttavia, restano tutelati anche i diritti dei familiari che lamentano una lesione della quota legittima: essi non avranno più la possibilità di sottrarre l’immobile al terzo acquirente, ma potranno ottenere la compensazione pecuniaria dal donatario, cioè da colui che ha ricevuto l’immobile in donazione e lo ha rivenduto a terzi.

Sarà lui a dover compensare in denaro gli eredi legittimi per reintegrare la quota di patrimonio a loro riservata. Se il donatario non pagherà, viene chiamato in causa il terzo acquirente, che è tenuto a rimborsare i familiari nei limiti del vantaggio conseguito.

La nuova disciplina sull’acquisto di immobili donati sarà applicata a tutte le successioni aperte dopo l’entrata in vigore della legge di Bilancio per il 2019. Per le altre successioni si continua ad applicare la vecchia normativa che consente di proporre l’azione di restituzione della casa anche nei confronti dei terzi compratori.

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A presto con un nuovo articolo…

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